La primavera ad Hallerbos


di Daniela Colombo


Proprio in questo periodo dell’ anno c’é una foresta che si sta risvegliando dal sonno invernale rivelandosi in tutta la sua magia!
É la foresta di Hallerbos, vicino alla citta di Halle in Belgio!
Questa foresta pubblica con splendidi sentieri percorribili a piedi, in bicicletta o a cavallo viene gestita dalla “Agenzia per la natura e la foresta” del governo fiammingo che si occupa di preservare i 42.300 ettari delle foreste belghe.
La foresta che ammonta a 542 ettari, é principalmente di faggi, ma si trovano anche querce, aceri, tigli e sequoie giganti. E’ inoltre l’habitat naturale di caprioli, cervi, lepri, volpi, scoiattoli e oltre 105 specie di uccelli tra cui il picchio nero e il gufo.
E questo é ancora niente. Dalla metá di aprile per due/ tre settimane, il suo terreno si colora di fiori blu dando luogo ad un fenomeno naturale molto suggestivo! Migliaia di visitatori, escursionisti e fotografi ripercorrono ogni anno i suoi sentieri con il fiato sospeso dall’emozione.


Questo fenomeno che tocca tutte le varietà del blu tendente al viola, dal turchese al violetto e dall’azzurro al blu scuro é dovuto alla fioritura del Hyacinthoides non scripta. Immaginate che profumo!
In italiano non abbiamo una traduzione esatta, viene chiamato Campanula, Giacinto o Scilla, per gl’ inglesi Common Blubell.
É una pianta da bulbo che ha trovato in questa foresta le perfette condizioni climatiche ed un terreno ricco di sostanze nutritive idonee per un sano e rapido sviluppo.
Le sue piccole campanelle spuntano tutte insieme regalando emozioni indimenticabili.


I fotografi si appostano sopratutto durante le prime ore dell’alba o al crepuscolo godendo appieno della pace accompagnati dal cinguettìo degli uccelli. La foresta regala giochi di luce, con il passare dei raggi del sole attraverso le chiome degli alberi. Dopo 7/10 giorni dal fiorire delle campanule lo spettacolo cambia ancora: le giovani foglie di faggio di un verde brillante fanno un contrasto incredibile con le campanule blu/viola.


A mano a mano che le chiome s’ingrandiscono la luce solare filtra sempre meno sul suolo, la foresta si fa più scura, le campanule diventano blu/grigio. Poi…nelle zone umide calcaree fiorisce l’aglio selvatico e nelle acque poco profonde dei corsi d’acqua fioriscono le piante di Coda di cavallo.
Sui bordi dei percorsi assolati puoi trovare i fiori del Sigillo di Salomone, del Lamio giallo e del Centocchio.


Sul sito ufficiale della foresta (www.delijn.be) si possono trovare tutte le informazioni sul periodo di fioritura , sulle camminate e sulle attività da fare nell’arco dell’anno; o prenotare delle visite guidate. Come avere una mappa o come raggiungerla in auto, con i mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta da Bruxelles.
Interessante è anche la visita al Museo della Foresta, aperto durante il periodo primaverile con una mostra temporanea dedicata alla storia della foresta, degli alberi e dei fiori e degli animali che la popolano.

Ognuno può fare la differenza


Di Daniela Colombo

Queste persone di cui vi vado a raccontare sono persone umili e semplici che hanno fatto e stanno continuando a fare grandi opere per il bene dell’umanità. Creare foreste é dare Vita. Ci lasciano una eredità e una dimostrazione di grande volontà e coraggio nel raggiungere i propri obiettivi. E la certezza che niente può fermare la grande connessione con Madre Natura!



Jai Haixia nasce con una cataratta congenita che lo lascia presto cieco dall’occhio sinistro, da adulto a causa di un incidente sul lavoro rimane completamente cieco.
Jai Wenqi invece perde le braccia per un bruttissimo incidente quando aveva solo tre anni.
Tra le loro grandi difficoltà di trovare un lavoro s’incontrano e si comunicano la grande voglia di vivere e dimostrare quanto possono ancora dare alla comunità.
Siamo in Cina nella contea di Jingxing Hebei, dove 15 anni fa non c’erano che rocce ed erbacce, una zona distrutta da una disastrosa economia industriale. Con pochi soldi, affittano un terreno in riva a un fiume decidendo di creare una zona verde per le generazioni future.
Da 15 anni si alzano alle 7 di mattina per lavorare la terra e mettere a dimora alberelli e talee. Con molte difficoltà iniziali, hanno imparato a lavorare la terra e le varie tecniche di propagazione delle piante
Quello che sono riusciti ad ottenere ha dell’inverosimile, al momento una vera e propria piccola foresta di 10.000 alberi!
Un vero e proprio piccolo paradiso che ha riportato la gioia della Natura in questo piccolo angolo di mondo dimostrando come superare la disabilità.
Ora su questi due amici che si chiamano ” fratelli” hanno girato anche un film/documentario che s’intitola : Tu sarai le mie braccia e io i tuoi occhi”.
E proprio mentre questo documentario veniva girato hanno avuto un piccolo premio per come gli alberi avessero protetto il loro villaggio dalla recente inondazione. Ora la loro storia é di grande ispirazione in tutto il mondo!



Saalumarada Thimmakka  vive a Hulika, un villaggio indiano . Viene anche chiamata ” La mamma degli alberi”, ha infatti ben 385 alberi di Banyan che ha piantato e tirato su uno per uno come se fossero stati suoi figli.
Da giovane, si sposa con un contadino della zona con il quale coltivano la terra e intagliano pietre. Dopo diversi anni non riuscendo ad avere figli decidono di riversare il loro amore genitoriale sugli alberi. Così nonostante le ristrettezze economiche cominciano ad innestare 10 alberelli di Banyan, una pianta sempreverde del subcontinente indiano. Cominciano a piantarne in un tratto di terreno vuoto a qualche chilometro dalla loro casa, trasportando a piedi grandi secchi di acqua per innaffiarli e per tutti questi anni li hanno protetti dalle intemperie e dalle malattie. Questo bellissimo viale alberato si estende per quattro chilometri fino a Kudur.
Dopo la morte del marito avvenuta 30 anni fa, fa la sua comparsa un ragazzino di 14 anni affascinato dal suo lavoro, che diventa ben presto il suo aiutante ed oggi il presidente della sua Associazione. Questa donna che continua a vivere in povertà ha ottenuto una cinquantina di riconoscimenti internazionali per il suo impegno per l’ambiente.



Stavolta siamo a Gourga, un villaggio nel nord del Burkina Faso per scoprire la storia di Yacouba Sawadogo.
Da giovanissimo i suoi genitori lo mandarono a studiare il Corano per diventare un “Iman”, una guida per la preghiera collettiva dei musulmani.
Ma il suo destino non era quello e a metà degli anni 70 proprio quando l’area del Sahel viene colpita da una gravissima siccità insiste nella sua folle idea di fare il contadino. E così mentre la maggior parte delle persone scappavano per l’avanzata del deserto, della siccità e carestia con determinazione e coraggio comincia a sperimentare una tecnica antica di cui aveva sentito parlare nel suo seminario in Mali.
Lo “Zai” consiste in una tecnica di preparazione della terra che crea dei microbacini in grado di trattenere l’acqua piovana della stagione successiva. Queste buche sono scavate spaccando il terreno argilloso, duro e asciutto, sostituendone il contenuto con foglie secche tritate, scarti sminuzzati di legname, terra e sabbia. Yacouba fece fosse di dimensioni maggiori e introdusse maggiori quantità di spazzatura biodegradabile ed escrementi animali per migliorare i nutrienti per le piante. Vide che una maggior quantità di escrementi attraevano le termiti che costruivano piccoli condotti che influivano positivamente sull’aerazione della terra e migliorando la rimineralizzazione del suolo e con l’arrivo delle piogge anche una miglior irrigazione.
Piantó miglio, sorgo e sesamo con buoni risultati e poi diverse specie di alberi per cercare di fermare l’avanzata del deserto.
Nell’arco di 30 anni piante di Tamarindo, Karité, Acacie e Baobab sono diventate una foresta di 27 ettari in pieno deserto del Sahara, con un sottobosco ricco di cereali ed erbe aromatiche. Yacouba ha dato lavoro ed ispirazione a tante persone condividendo anche la sua esperienza per radio, inoltre ha organizzato una rete di scambio di sementi con numerosi agricoltori dall’Atlantico al mar Rosso.
Incredibilmente nonostante l’evidenza del suo operato sia la prova di quanto si possa fare per fermare la desertificazione, politici senza scrupoli sta espropriando questa zona meravigliosa per costruire villini. Al momento é in atto una battaglia legale e stavolta non é solo, con lui decine di persone oltre ai suoi 17 figli e 40 nipoti che stanno cercando di comprare quel terreno per il bene della comunità.
La sua storia è conosciuta in tutto il mondo grazie a un film/documentario girato nel 2015, dal nome ” The man who stopped the desert”.



Ancora una storia incredibile con un disabile cinese di nome Sanxiao.
Siamo nel villaggio di Mayu nel nord della Cina dove ventenne si arruola nell’esercito sognando di fare la spia.
La sua carriera militare però finisce molto presto per il contrarsi di una stipsi, si congeda e si forma come insegnante.
Nel giro di una decina di anni però l’infezione avanza e devono amputargli una gamba, e nonostante la famiglia s’indebiti per offrirgli le cure migliori i medici sono costretti ad amputargli anche la seconda.
Le operazioni e le protesi sono costate 200 mila yan, circa 26 mila euro prestati dallo stato….un peso enorme sulla sua coscienza e senso di gratitudine!
Decide così di rendere un servizio alla comunità e alle generazioni future lasciandogli una nuova zona verde!
Da 20 anni si sveglia alle cinque per raggiungere la montagna vicino al suo villaggio con il suo tuk-tuk, arrivato si toglie le protesi e si trascina fino al punto prescelto per piantare e curare i suoi alberi. Con i suoi guanti tutti bucati continua inarrestabile la sua missione per l’intera giornata.
Con tenacia e fatica, un seme alla volta, giorno dopo giorno: ecco come settantenne si trova ad aver piantato 17 mila alberi!
La sua storia é veramente d’esempio, un uomo che riesce a tramutare “la sua sofferenza in arte”, e che sceglie per le generazioni future un bene così grande come una foresta!..
Anche su di lui un documentario che s’intitola: “17 years of hard work- 12 surgeries loss of fingers and comminuted fractures” che racconta quanto questa missione sia stata dura ed incredibile.



Stavolta ci affacciamo sull’ isola di Majuli nello stato di Assam (India), l’isola fluviale più grande del pianeta, tra le anse fangose del fiume Brahmaputra.
Con una superficie totale di circa 1.000 ettari, è in continua minaccia a causa della vasta erosione del suolo delle sue sponde; negli ultimi 70 anni si é già ridotta della metà. Per fronteggiare la situazione il Dipartimento delle foreste indiano inizió nel 1980 un piano di rimboschimento di 200 ettari con l’obiettivo di proteggere l’isola dalle alluvioni trattenendo la terra con le loro radici.
Il piano fu abbandonato dopo solo tre anni perché lo ritennero senza speranze.
Poche persone rimasero, tra queste un giovane : Jadav Mulai Payeng, figlio di un mercante di bufali proveniente da una comunità locale.
Legatissimo al suo territorio non sopportava di vederlo scomparire come stava succedendo anche a tutti gli animali.
L’assenza di vegetazione era molto grave in quella lingua di terra arsa nel periodo estivo e inondata in quello invernale.
A 16 anni trova dei serpenti morti ammucchiati nella sabbia e decide di lasciare la scuola ed attuare il suo piano: piantare alberi!
Comicia col piantare semi di bambù e incoraggiato dalla loro crescita a partire con la sua barca per cercare nuovi semi e piante al di là del Brahmaputra. Inventa anche un sistema d’irrigazione con canne di bambù e pentole di terracotta bucate e tecniche per fertilizzare un terreno poverissimo.
E a mano a mano che aggiungeva piante anche gli animali tornavano, prima le formiche, poi i lombrichi, gli uccelli…
Oggi dopo 40 anni di lavoro continuato esiste la foresta di Molai Khatoni di 550 ettari, l’equivalente di 860 campi da calcio.
Ci sono diverse migliaia di alberi con 100 varietà vegetali il solo bambù da solo copre un’area di oltre 300 ettari.
Grazie a questa riforestazione la fauna selvatica è tornata nell area: rettili, conigli, cervi, ronoceronti indiani, tigri del Bengala e un gruppo di elefanti ci soggiorna per metà dell’anno per mettere al mondo i suoi cuccioli.
Ora non é più solo, “L ‘uomo della foresta” ha moglie e cinque figli e sulla sua storia sono stati girati diversi documentari, e in India c’è anche un libro per bambini che racconta la sua incredibile storia di grande volontà e totale dedizione.
Un uomo che da solo ha creato un intero ecosisistema!
 


Gli Alberi celebrano la nascita delle bimbe indiane


Di Daniela Colombo

In India come putroppo in altri grandi Paesi, c’è un grande squilibrio tra i sessi, il numero dei maschi è molto superiore di quello delle femmine.
E non è certo un caso, si praticano ancora tecniche come l’aborto selettivo e l’ infanticidio femminile.
Il primo ministro Narendra Modi nel 2015 si è presa la responsabilità del silenzio governativo lanciando la campagna : ” Save the girl, educate girl child”. Ma nonostante non si possa più sapere il sesso del nascituro nei laboratori di analisi, le neonate venute al mondo ma non gradite vengono soffocate o avvelenate con il latte. E non solo nelle zone rurali, anche nelle grandi città.
Per le famiglie indiane avere una figlia femmina significa affrontare dei costi enormi, per tradizione restano in casa fino al matrimonio fino a quando vanno nella famiglia del marito diventandone forza lavoro. Per questo passaggio la famiglia della sposa deve portare una cospicua dote alla famiglia dello sposo, e pagarne le nozze sfarzose.
Ed ecco la buona notizia… Il signor Shyam Sundar Paliwal il leader del villaggio Piplantri nel Rajastan decide dopo la morte prematura della figlia di cambiare questa tristissima usanza.
Nel suo villaggio dal 2007 per ogni bambina che nasce vengono piantati ben 111 alberi da frutto di cui la famiglia si prenderà cura fino a che lei sarà maggiorenne. Gli abitanti del villaggio e i genitori della bambina riuniscono anche del denaro su un conto bancario intestato a lei. Con questo i genitori firmano una dichiarazione in cui s’impegnano a provvedere all’educazione della figlia e a farle contrarre matrimonio solo una volta raggiunta l’età legale.
Il valore degli alberi crescerà ogni anno dando frutta per sfamare la famiglia e contribuirà alla tanto temuta dote.
Inoltre questa idea meravigliosa ha contribuito a rinverdire il villaggio laddove l’estrazione selvaggia di marmo aveva subito una grave deforestazione.
l’acqua veniva trovata solo a 200metri di profondità, mentre ora a soli 3 metri!
Per proteggere gli alberi dalle termiti si piantano anche piante di Aloe Vera, che anch’esse vengono utilizzate come creme e succhi la cui vendita fornisce uteriori ingressi alla comunità. Altro lavoro per le donne del villaggio!!!
La nuova vita di una femmina è finalmente gioia e abbondanza per tutti!! Natura ed intelligenza creano sempre connessioni di cuore e di speranza per il mondo intero!

Foto di Landesa

La Foresta delle Siepi Scure.


Di Daniela Colombo

Nell’ Irlanda del Nord c’è una foresta che sembra uscire dalle fiabe o da un film fantasy.” The Dark Hedges” è un breve tratto di strada nei pressi di Bregagh Armory a Ballymoney, 50 miglia in direzione nord-ovest da Belfast.Nel 1.700, gli Stuart, una famiglia nobile decise di stupire gli ospiti che entravano nella loro tenuta di Gracehill, facendo piantare densi filari di Faggi ai margini del viale di accesso.Non sappiamo quanto sia stato d’effetto allora, ma sen’altro sappiamo che se fosse possibile sarebbero proprio loro i primi a stupirsene oggi stesso. Mai avrebbero potuto immaginare l’effetto e il successo che avrebbe avuto il loro progetto nel corso dei tre secoli successivi.Nell’arco dei decenni infatti, gli alberi sono cresciuti, intrecciando i loro rami in un ambientazione surreale, con giochi di luce che stanno facendo impazzire fotografi di tutto il mondo. Jim Zuckerman il famoso fotografo lo definisce uno dei luoghi più belli e suggestivi al mondo. Presa d’assalto da turisti e curiosi, ed anche come una location da fiaba per servizi fotografici di matrimoni.Una delle località più suggestive ed apprezzate da turisti di tutto il mondo che aspettano di fare “la foto perfetta” cogliendo gli effetti di luce nelle varie ore del giorno, nel tunnell ad arco naturale formato dagli alberi.Il luogo diventa ancora più magico e misterioso con il sopraggiungere della notte che lo rende davvero spettrale. Sembra che il fantasma di una donna in grigio appaia tra gli alberi al tramonto, scivolando silenziosamente fino a svanire vicino all’ultimo faggio.La leggenda racconta che sia lo spettro di Grey Lady, lo spettro di una cameriera della tenuta, morta in circostanze misteriose e cruente secoli fa. Si racconta che nella notte di Halloween, la sua grigia sagoma si unisca alla passeggiata delle anime tormentate del vicino cimitero abbandonato e nascosto in un campo vicino.

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La Foresta Rosa


Proprio in questo periodo a Yili nella provincia di Xinjiang in Cina c’è un’intera valle coperta di Albicocchi in fiore.

Uno spettacolo che da anni attira turisti desiderosi di assistere ad un’incredibile spettacolo della natura.

Per tutti coloro che arrivano in questa valle remota il premio è un ingresso nel paesaggio fiabesco di Fata Primavera, una distesa di alberi con delicati fiori bianchi e rosa.

La guarigione della Foresta.


Questo film parla di foreste e anche di te.

Di come le nostre vite siano piene di alti e bassi.
Non è importante chi sei o dove vivi.
Ci sono sempre momenti in cui il tuo cuore si sente rotto, bruciato o ferito.
Quando devi affrontare il fallimento, il rifiuto o la perdita.
Come ti riprendi quando ti senti giú?
Come inizi a guarirti quando stai male?
Primo, cerchiamo di capire il cervello.
In migliaia di anni il nostro corpo e cervello si sono sviluppati nel grembo della Natura.
C’è una parte di te, che ancora si sente a casa nella Natura.
Infatti è stat scientificamente provato che quando sei nella Natura, il tuo cervello si comporta differentemente.
Essere connessi con la Natura porta a cambiamenti sorprendenti nella tua testa, cominciando a calmarti e sovrastare i tuoi nervi.
Riduce lo stress, combatte la depressione.
Il tuo corpo prende questi segnali come un fischio di ripresa sul vostro sistema immunitario e le vostre abilità di guarigione.
Accellera il recupero dagli interventi e dalla malattia, stimolando le cellule del sangue a lottare contro il cancro e i tumori.
Aiuta a dormire meglio e riduce la pressione del sangue.
Nelle nostre vite isteriche, usiamo parti del cervello che si occupano di logica, informazione e processo decisionale.
Un mondo di desideri e distrazioni che non fa al nostro cervello il riposo che merita.
Le chiacchiere nelle nostre teste vanno spesso fuori controllo e la maggior parte delle persone ignora i segnali fino a quando le cose vanno male.
350.000.000 persone soffrono di depressione.
Lo stress è una epidemia globale.
Le Malattie croniche, l’ansietà e la rabbia sono in aumento.
Molte persone ricorrono ad alcool e droghe.
Ci sono molti istituti di medici e terapie costose che danno sollievo ai sintomi.
Solo pochi spendono tempo e sforzi cercando le radici dei loro problemi.
Domanda a te stesso una domanda facile: qual’e la risorsa della tua salute?
Se calmi la tua mente e rifletti…tu lo sai.
È la Natura.
Riconnettersi con la Natura è riconnettersi con il tuo cervello.
Questo film parla di foreste e anche di te.
Non possiamo scappare dagli alti e bassi della vita.
Ma possiamo trovare sempre la calma, conforto e chiarezza nella Natura, in compagnia dei boschi.
Il sentiero che porta alla tua guarigione è dentro di te.
E quando puoi imparare a portare la foresta dentro di te, tu sei sempre a casa.
La tua guarigione è iniziata,

Le foreste Danzanti


Di Daniela Colombo

Nel nostro immaginario collettivo gli alberi hanno il tronco ben ritto verso il cielo. Eppure ci sono foreste nel mondo con alberi ricurvi che per le loro forme tondeggianti e sinuose sembra che stiano danzando.

Eccovene due, ad una distanza di 600 kilometri una dall’altra e composte entrambe da Pini:

La Crooked Forest in Polonia

Letteralmente la”Foresta Storta” si trova a Gryfino nella Polonia occidentale

E’ formata da 400 pini ricurvi, tutti con un’incredibile angolazione di 90 gradi sulla base, piantati probabilmente intorno al 1910.

Della causa di questa anomalia non si sa ancora nulla, rimane avvolta nel mistero tra miti e leggende.

Attorno a questa zona gli altri pini hanno una forma assolutamente normale.

Qualcuno lo fa risalire a falegnami che l’incurvarono all’età di sette anni con dispositivi meccanici che avrebbero reso la zona facilmente localizzabile in tempo di guerra. Raccontano anche di una caduta di neve particolarmente feroce nel 1921, quattro metri di un bianco mantello che ha ricoperto le giovani piante per circa sei mesi, quando erano ancora giovani e flessuose.

Altri dicono che furono stati deformati per avere legna curva naturalmente, per barche o altri oggetti.

Sono solo teorie senza riscontri scientifici, rimane comunque un fenomeno affascinante sia esso naturale o da intervento umano.

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