Baobab maestosi


Di Daniela Colombo

Adansonia o comunemente Baobab: otto specie di giganti, di cui sette diffuse nel continente africano e una in Australia. Di quelle africane cinque sono endemiche del Madagascar.

Il suo nome sembra provenire dall’arabo “Hu Hibab”- cioè frutto dai molteplici semi. Anche se le popolazioni gli danno amichevolmente molti altri nomi: “Gigante buono, Albero magico, Albero farmacista, Albero bottiglia, Albero capovolto e Albero del pane scimmia”…..

Sembra quasi un’ albero al contrario, tant’è vero che alcune leggende africane narrano come siano “caduti dal cielo ”

In Sud Africa, a Modjadjiskloof, c’è il Baobab più largo del mondo, 47 metri di diametro per 22 metri di altezza. Ma generalmente arrivano ai 15 metri con un diametro di m.10 e contenere fino a 32.000 litri di acqua.

Quando passano i 1000 anni questi incredibili giganti si svuotano, creando delle “caverne” al loro interno.

Il ” Sunland Big Baobab” nella provincia di Limpopo inSud Africa, ne aveva 1.700 di anni ed era stato trasformato in un bar accogliente e funzionante che ospitava nel suo interno anche 20 persone per volta. Era largo 45 metri con due cavità connesse tra loro; nell’agosto 2016 è collassata una parete interna e otto mesi dopo un’altra parte. Ora ne rimane solo metà della creatura originaria.

A Derby, nell’ Australia Occidentale, intorno al 1890 un Baobab fu usato come prigione per i prigionieri aborigeni.

E molti raccontano di averli usati come rifugi antiaerei nelle ultime guerre, come chiese o semplici abitazioni.

Questi ” Alberi Sacri della longevità” non producono anelli di crescita come quasi tutti gli altri, per conoscere la loro età si utilizza quindi la datazione al radio-carbonio. E per rispetto alla loro sacralità, solo i saggi e gl’iniziati hanno il permesso di arrampicarsi per raccoglierne i frutti e le foglie.

Sono una risorsa incredibile, danno acqua, cibo, medicine e fibre x tessuti.

I fiori sono grandi e molto profumati, la notte si chiudono, e pipistrelli, farfalle e lemuri notturni riescono ad impollinarli.

Il frutto grande come una noce di cocco ha una forma ovoidale, con un guscio vellutato, generalmente sul chilo e mezzo. Il suo sapore è aspro e spesso descritto come un incrocio tra il pompelmo, la pera e la vaniglia. La polpa arriva a maturazione completamente disidratata e considerata giustamente una vera miniera di sostanze fondamentali. 100 grammi contengono 300 mg. di vitamina C, sei volte di più di arance e kiwi, un vero antiossidante naturale. Ha un alta percentuale di ferro, indispensabile per gli anemici, e un’alta percentuale di calcio, ideale per gl’intolleranti al lattosio. Manca ancora la sua caratteristica più importante: è un ottimo immunostimolante prebiotico e probiotico, con presenza di fibre solubili e insolubili. La polpa di Baobab ha anche proprietà antinfiammatorie, antipiretiche e analgesiche, ottimo ricostituente e senza glutine.

La polpa secca viene mangiata pura o mescolata nel porridge.

I semi si usano come addensanti nelle zuppe, arrostiti o tritati . Se ne estrae un olio vegetale ricchissimo di acidi grassi essenziali, ottimo per le scottature, le piaghe da decubito, herpes e psoriasi. Gli aborigeni australiani li usavano come ornamenti, scolpiti e dipinti.

Le foglie, presenti un un breve periodo dell’anno, sono commestibili, mangiate sia fresche che ridotte in polvere, famosa in Nigeria la “Zuppa di Kuka”. Hanno proprietà antifungine e antisettiche, macerate e compresse usate come antinfiammatorio. Quando secche sono usate per farne tessuti.

Le sue radici profondissime radici che gli consentono di resistere anche alla furia dei cicloni, vengono usate come validi ricostituenti.

L’infuso utilizzato nell’acqua del bagno dei bambini per rendere la pelle morbida.

Anche la corteccia viene usata contro le febbri malariche e i disturbi dell’apparato digerente.

Mi piange il cuore dopo aver tanto decantato le doti straordinarie di questi incredibili Amici che la natura ci ha offerto, riferire che i Baobab sono attualmente in pericolo di estinzione.

Un grande mistero africano apparentemente senza spiegazione sta vedendo la fine di molti di loro. Negli ultimi 10 anni sono scomparse creature che avevano fino a 2.500 anni, e ben nove dei tredici più vecchi del continente africano. Tra questi ricordiamo:

“Sunland Big Baobab” in Sudafrica era largo 45 metri,

“Holboom ” in Namibia era alto 30 metri, con una circonferenza di 35 metri,

Il ” Baobab Sacro di Panke” in Zimbawe aveva 2.500 anni,

“Grootboom” della Namibia aveva 1.275 anni,

“Chapman” in Botswana sulla quale Livingstone incise le sue iniziali,

“Plantland” in Sudafrica aveva un diametro superiore ai 10 metri,

“Panke” nello Zimbawe aveva 2.450 anni.

Sicuramente il cambiamento climatico che sta colpendo tutto il mondo, sta dando disagi anche all’Africa Australe. Sembra non trovarsi nessuna patologia, ma quelli che stanno morendo sono nelle zone dove il clima si sta facendo rapidamente più caldo.

Quando sono morenti senza mostrare nessun segno di lesioni, marciscono all’interno e crollano.

Che tristezza …..